[vc_row][vc_column][vc_column_text]Avi Provinciale di Brescia vuole riportare qualche chiarimento in merito al permesso lavorativo per la donazione di sangue. Ricaviamo queste informazioni direttamente dal sito web ufficiale dell’INPS. Al lavoratore dipendente che cede il proprio sangue gratuitamente viene concessa una giornata di riposo che viene indennizzata.

Cosa spetta

In caso di donazione di sangue, al lavoratore spetta la giornata di riposo normalmente retribuita purché il prelievo sia:

 

  • effettuato presso Centri autorizzati dal Ministero della Sanità (Centro di raccolta fisso o mobile, Centro trasfusionale o Centro di produzione di emoderivati);
  • effettuato un prelievo minimo di 250 grammi.

A chi

La giornata di riposo retribuita spetta:

 

  • a tutti i lavoratori dipendenti con qualsiasi qualifica, assicurati presso l’INPS, indipendentemente dal settore lavorativo.

 

Non spetta ai lavoratori autonomi e ai lavoratori che versano contributi nella gestione separata.

La domanda

In caso di donazione di sangue, il lavoratore verrà retribuito regolarmente dal datore di lavoro. Sarà il datore di lavoro a chiedere il rimborso, alla sede INPS di competenza, di quanto anticipato al lavoratore.

Quanto

La retribuzione spettante al donatore è quella corrispondente alle ore non lavorate comprese nella giornata di riposo. Il lavoratore può non avere titolo ad alcuna retribuzione (es.: donazione effettuata di sabato in caso di settimana corta) oppure può avere diritto ad una retribuzione inferiore a quella giornaliera (es.: lavoratore che si assenta per la donazione prima del termine dell’orario di lavoro). Essendo un permesso lavorativo la giornata deve essere concordata con il datore di lavoro.

 

Infine un paio di anni fa aveva sollevato molto scalpore un provvedimento in seguito alla riforma Fornero, il quale prevedeva che i donatori fossero costretti o ad allungare la propria permanenza sul posto di lavoro per un numero di giorni pari alle donazioni di sangue ed emocomponenti effettuate o ad una decurtazione del 2% dell’assegno previdenziale nel caso in cui non avessero potuto recuperare le giornate perse.

Immediatamente tutte le forze in campo ed i vertici Avis sono scese in campo per ripristinare l’emendamento incriminato e come previsto dalla legge 219/05 in breve tempo fu approvato in via definitiva al Senato nella seduta del 29 ottobre 2013, il riconoscimento a fini pensionistici della giornate di donazione di sangue ed emocomponenti.

 

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