[vc_row][vc_column][vc_column_text]Trascorrere poco tempo all’aperto e alla luce del sole può causare danni alla salute, stress e una peggiore qualità del sonno. Alla stesso modo, una non corretta percezione del contrasto tra il giorno e la notte rischia di ridurre l’ampiezza dei nostri bioritmi. Lo sappiamo, non è una novità. Eppure gli stili di vita del mondo di oggi ci costringono a passare in media il 90% del nostro tempo al chiuso. Lavoriamo in uffici chiusi, passiamo troppo tempo di fronte alla televisione, al computer e siamo più esposti alla luce naturale notturna che a quella diurna. Tutto questo ha profonde conseguenze sulla nostra salute fisica e mentale.

 

Lo stesso problema è riscontrato anche negli ospedali. I pazienti ricoverati che hanno accesso alla luce del sole guariscono più velocemente. Tuttavia le strutture ospedaliere e le diverse condizioni di recupero dei pazienti non sempre consentono una sufficiente esposizione alla luce.

Infine nelle nostre città, ormai eccessivamente illuminate di luce artificiale, i comportamenti di alcune specie (compresa la nostra) sono cambiati.

La luce del sole influenza la nostra biologia

La luce agisce direttamente sull’umore, la lucidità, i tempi di reazione, la quantità e la qualità del sonno dell’uomo. Oltre ad essere un elemento fondamentale per l’essere umano è indispensabile per il suo equilibrio psico-fisico. Sono numerosi gli studi che ogni giorno attestano l’importanza di un corretto ritmo circadiano, ovvero del rapporto tra sonno e veglia.

Nel 2016 ad esempio è stato dimostrato come gli abitanti di aree ad alto livello di inquinamento luminoso tendano ad andare a letto e a svegliarsi più tardi rispetto a chi vive in zone meno illuminate.

Un ulteriore studio svolto circa dieci anni fa nei Paesi Bassi ha provato ad affrontare il problema della sindrome del tramonto. Questo disturbo colpisce soggetti affetti da demenza e li rende più aggressivi e agitati verso le ore serali. Il fenomeno aumenta ulteriormente durante l’inverno e le giornate di pioggia o nuvolose. In sei case di cura l’illuminazione interna venne aumentata grazie all’aggiunta di luci brillanti. Dopo tre anni e mezzo i pazienti dimostrarono un minore deterioramento cognitivo e sintomi depressivi più lievi.

 

La luce del sole ha quindi un forte impatto sul morale e sul benessere e anche un minimo incremento nell’esposizione alla luce naturale porta con sé numerosi benefici. Un’ora di esposizione alla luce blu aumenta infatti la velocità di reazione di un individuo più di quanto siano in grado di farlo due tazzine di caffè.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”20px”][vc_single_image image=”4826″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]

Di quanta luce abbiamo davvero bisogno?

È difficile dirlo con certezza assoluta. La ricerca scientifica conferma la necessità di ritrovare un equilibrio con il ciclo naturale di buio e luce di 24 ore. Tuttavia al momento una risposta definitiva non è ancora stata trovata. Così come c’è ancora molto da imparare a proposito dell’influenza della luce e del buio sulla biologia umana.

 

Alcuni principi fondamentali in grado di farci sentire meglio sono però stati individuati. Esistono quindi delle “linee guida” utili a migliorare la qualità del nostro rapporto con la luce:

 

  • aumentare l’illuminazione naturale negli edifici pubblici e privati
  • utilizzare una luce bianca-azzurra durante il giorno e una luce calda color ambra verso la sera
  • uscire il più possibile dai luoghi chiusi
  • praticare esercizio fisico all’aperto
  • consumare i pasti in zone aperte o ben illuminate
  • assumere più luce naturale durante le prime ore del giorno
  • immergersi nell’oscurità durante la notte

 

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