L’evento, che si è svolto a Monza a fine gennaio scorso, fotografa una situazione attuale ottimale per i Day Hospital lombardi sotto molti punti di vista. In particolar modo quelli legati all’accoglienza, all’orientamento al paziente ed ai tempi d’accesso alle terapie erogate nei tempi previsti. Estremamente positivo è anche il giudizio espresso dai pazienti rispetto all’esperienza con il personale sanitario. Tuttavia viene sottolineato dal rapporto come sia necessario lavorare ancora per ottimizzare l’organizzazione e fornire maggiore supporto psicologico ai pazienti.
Come spiegano Cittadinanzattiva e Ail: ”Il tempo trascorso per fare terapie è un tempo che impatta molto nella vita del paziente. Per questo motivo abbiamo deciso di concentrare il nostro monitoraggio sul rispetto del tempo dei pazienti andando a valutare l’organizzazione dei DH per capire eventuali aspetti da migliorare”.
Il prossimo obiettivo per i Day Hospital oncoematologici lombardi: l’adozione della Carta della Qualità
Uno strumento condiviso e comune in grado di racchiudere standard qualitativi ed esigenze sia sanitarie che sociali dei percorsi di cura. Questa è in sostanza la Carta della Qualità. Il testo cita: “L’implementazione della carta rappresenta, dal nostro punto di vista, un processo indispensabile di crescita con un duplice risvolto positivo: da una parte favorisce un processo di autovalutazione dell’organizzazione delle strutture e dall’altra mostra un modello a cui tendere“. Nello specifico i temi trattati dalla carta riguardano:
- accessibilità
- presa in carico
- percorso di cura nel DH
- la qualità e sicurezza delle terapie
- continuità assistenziale e terapeutica
- comfort e vivibilità
- umanizzazione delle cure
- verifica dell’implementazione della carta
- partecipazione associazioni cittadini e pazienti
Per scaricare il pdf completo della Carta della Qualità clicca qui.
Un appello conclusivo alla relazione viene lanciato da Giuseppe Navoni, Presidente di AIL Brescia: “Occorre quindi una presa di responsabilità da parte del settore pubblico con investimenti necessari a soddisfare le crescenti esigenze degli ammalati. Gli sforzi per sostenere l’Ematologia da parte del mondo non profit sono enormi e purtroppo vicini al punto di rottura. L’evoluzione delle cure, i successi in termini di sopravvivenza e in termini di guarigione impongono un cambio di passo. Il Governo centrale e le Regioni devono prendere atto che il miglioramento delle cure dei pazienti è un fatto ineludibile e che la qualità di assistenza in Italia non può e non deve arretrare“.