Il 5×1000 compie 14 anni. Per l’occasione Goccia Magazine ha deciso di pubblicare un utile decalogo e ricordare le “istruzioni per l’uso” di questa misura fiscale, contrastando così le molte fake news che si possono trovare a riguardo.

Innanzitutto la terminologia “donazione del 5×1000” viene utilizzata impropriamente. Il 5×1000 infatti non comporta alcun onere per il cittadino. Si tratta di una quota dell’IRPEF, di fatto cioè un’imposta già versata da parte del contribuente. Le quote vengono ripartite tra gli enti riconosciuti nel settore no profit e nella ricerca scientifica sulla base della scelta espressa dal cittadino.

Inoltre il 5×1000 può essere destinato solo da persone fisiche in quanto non è riferibile all’IRES. Un titolare di azienda, ad esempio, può destinarlo solamente dai suoi redditi personali.

8×1000 e 2×1000

L’8×1000 fu introdotto nel 1985 ed è la quota che il contribuente può destinare alla Chiesa Cattolica, altri culti religiosi o allo Stato. Pochi ne conoscono l’origine.

Come nasce? Fu introdotto nel nostro regolamento dalla legge 222/1985. Fino ad allora lo stato provvedeva al sostentamento degli organi clericali. Grazie all’8×1000 le diverse chiese e confessioni religiose che hanno firmato il protocollo d’intesa possono finanziare diversi loro progetti.

Il 2×1000 è invece una misura fiscale con la quale la quota IRPEF può essere destinata a favore di un partito politico.

2×1000, 5×1000 e 8×1000 non sono quindi alternativi!

Sono 54.276 gli enti beneficiari del contributo nel 2019 sulla base della dichiarazione dei redditi 2017 sull’anno d’imposta 2016

La classifica vede:

 

  • 44.468 enti del volontariato
  • 9.166 associazioni sportive dilettantistiche
  • 458 enti impegnati nella ricerca scientifica
  • 107 enti nel settore della sanità
  • 77 enti nel settore dei beni culturali e paesaggistici

 

Inoltre sono presenti 8.004 Comuni (fonte: vita.it).

L’ente con il maggior numero di scelte espresse è l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro a cui spetteranno 64.482.793,51 €.

 

La scelta di un ente tra gli aventi diritto si effettua indicandone il codice fiscale. Nel caso di scelta generica è sufficiente una semplice firma su un particolare settore. In tal caso la quota verrà ripartita tra gli aventi diritto nello stesso ambito in proporzione alle preferenze ricevute. Non sono ammesse più preferenze per enti diversi. Il contributo versato non è soggetto a tassazione.

 

Non tutti gli enti del terzo settore possono essere destinatari del 5×1000. Le ONLUS (associazioni di volontariato) devono aver fatto richiesta all’Agenzia delle Entrate e sono inoltre tenute all’obbligo della trasparenza e del corretto impiego delle somme ricevute. Lo Stato inoltre devolve in maniera anonima la quota spettante. Non c’è possibilità per l’ente di conoscere il nome del cittadino che ha espresso la scelta.

 

Grazie al servizio dell’Analisi Trend di Uidu (https://5×1000.uidu.org) è possibile monitorare l’andamento del 5×1000 delle diverse Onlus inserendone il CF. Avis Provinciale Brescia nel 2017 ha raccolto € 4.171,78 con una variazione del -44 % rispetto all’anno precedente.

Il termine di presentazione del modello 730/2019 è fissato all’8 luglio 2019

Dona il 5×1000 alla tua Avis. Contribuisci anche tu a diffondere la #culturadelladonazione. Trova il C.F. della tua Comunale all’indirizzo www.avisprovincialebrescia.it/5permillesezioniavis o in alternativa scrivi 98047730175.

Un piccolo gesto non costa nulla ma può valere molto!

 

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Si è tenuta da poco l’Assemblea Avis Provinciale 2019 dell’Avis bresciana. Momento di riflessione e bilancio dell’anno appena trascorso ed occasione per porre le basi delle attività prossime. Leggi di più, clicca qui.

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