[vc_row][vc_column][vc_column_text]Si è trattato di una vera e propria maratona di chirurgia quella che ha visto 4 trapianti realizzati su altrettanti pazienti dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Tra martedì 24 e mercoledì 25 settembre l’équipe della Chirurgia generale 3 diretta da Michele Colledan ha portato a termine la serie di trapianti con non poche difficoltà.

I pazienti sono un uomo di 53 anni e una bambina di appena un anno che hanno ricevuto un trapianto di fegato e un uomo 44enne e una 34enne trapiantati di rene. I pazienti stanno tutti bene e il decorso postoperatorio procede regolarmente.

La serie di trapianti

Il primo trapianto di fegato realizzato su un uomo 53enne è durato 7 ore, dalle 4 fino alle 11 del mattino. Il secondo intervento ha visto coinvolta una bambina di un anno che tramite la tecnica split ha ricevuto da un donatore adulto una porzione di fegato. L’intervento è durato 8 ore. Proprio durante questo trapianto è iniziato il terzo, questa volta di rene, su un paziente di 44 anni. Alle 23, poco dopo la conclusione del terzo, ha avuto inizio il quarto ed ultimo trapianto, anche questo di rene ricevuto dal medesimo donatore di quello precedente. L’intervento si è concluso alle 4 di mattina di martedì 25 settembre. Un tour de force di 24 ore complete.

La soddisfazione nelle parole del personale medico coinvolto

Michele Colledan, Direttore del Dipartimento Insufficienza d’organo e trapianti, ha commentato:

“Tutta l’équipe è stata impegnata per 24 ore, chi nelle sale operatorie di altri ospedali a prelevare gli organi, chi nelle sale operatorie dell’Ospedale di Bergamo per eseguire i trapianti. Allo stesso tempo abbiamo portato avanti la nostra normale attività ambulatoriale e in reparto. Fondamentale è stata anche tutta l’organizzazione ospedaliera, che ci ha consentito di lavorare al meglio, mettendoci a disposizione tutto quello di cui abbiamo avuto bisogno, dal sangue per le trasfusioni ai posti letto in terapia intensiva. E’ stato un grande lavoro di squadra. La disponibilità di organi non è né prevedibile né continua. Facciamo di tutto per non lasciar cadere nel vuoto nessuna occasione che ci viene da un gesto di generosità così grande come la donazione degli organi”.

 

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