L’obiettivo del progetto è duplice: da una parte di raccogliere i dati di incidenza del virus nella popolazione, dall’altra parte di individuare i possibili donatori di plasma.
Il progetto riguarda in questa prima fase tutti i donatori periodici di plasma. A questi viene chiesta, da parte di Avis o dei Servizi Trasfusionali, l’adesione al programma che prevede l’effettuazione di un test sierologico e contestualmente del tampone. L’effettuazione contestuale del tampone permette al donatore di evitare la quarantena nel caso di positività al test sierologico.
Come si sviluppano i test del progetto plasma iperimmune
I test sierologici svolti sono di 2 tipologie. Il primo è atto a verificare la presenza del virus ed il secondo a determinare la concentrazione di anticorpi neutralizzanti. Questa deve superare una soglia minima di efficacia.
Nel caso il donatore sia ritenuto idoneo gli viene in seguito richiesto di sottoporsi a 2 donazioni di plasma a distanza di 14 giorni l’una dall’altra.
Il plasma iperimmune è in grado di inibire l’attacco del virus alle cellule bersaglio, così da ridurne la carica virale ed eventualmente sradicare l’infezione.
La scelta del sistema sanitario regionale di testare i donatori di sangue sposa la convinzione che essi siano la parte sana e controllata della popolazione oltre che essere avvezzi al salasso. Inoltre trattandosi di donatori periodici, una volta intercettati coloro i quali abbiano le caratteristiche immunologiche richieste è possibile procedere direttamente alla raccolta di plasma.
La risposta dei nostri donatori è tutt’oggi eccellente ed è stato possibile iniziare la raccolta di questo prezioso “farmaco”.