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Lo scorso venerdì 7 settembre il Centro Nazionale Sangue ha pubblicato un tweet, che riportiamo di seguito, denunciando la mancanza di circa 800 sacche di sangue in ben 4 regioni italiane: Basilicata, Campania, Lazio e Toscana.

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Il problema della disomogeneità nella donazione tra le varie regioni non è di certo una novità. Da tempo, infatti, il CNS manifesta la necessità di uno sforzo collettivo per superare le differenze attualmente esistenti tra regione e regione, in modo da garantire qualità, costanza e tenendo conto che “le attività di raccolta del sangue e del plasma e le terapie trasfusionali sono Livelli Essenziali di Assistenza” (Giancarlo Maria Liumbruno – Direttore del Centro Nazionale Sangue).

 

In Italia, grazie anche alle normative europee, la donazione di sangue è un procedimento molto sicuro: da più di 10 anni non vengono riportati casi di infezioni da HIV, epatiti e vengono costantemente effettuati test, anche molecolari, sul sangue donato. Cosa ancora più importante, siamo un Paese in grado di gestirsi autonomamente per merito del SISTRA (Sistema Informativo per i Servizi Trasfusionali), che consente di individuare e ottimizzare le risorse e la loro eventuale mancanza, gestisce e coordina le anagrafiche dei donatori e i fabbisogni locali, le raccolte e l’utilizzo delle sacche di sangue.

 

Qualora ci fosse una necessità quindi, come nel caso di Campania, Lazio, Toscana e Basilicata, è importante sottolineare che altre regioni possono intervenire in aiuto donando parte del loro sangue raccolto. L’appello rivolto ai donatori, che condividiamo, è quindi quello di recarsi con continuità presso le proprie Unità di Raccolta Avis per effettuare in tempo una donazione.

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