Si è passati dai circa 26 contagiati in tutto il Paese nel 2017 (ed un numero ancora inferiore negli anni precedenti) ai 460 casi entro il 24 settembre 2018, di cui 32 deceduti e 56 donatori di sangue. E sono proprio i donatori avisini più zelanti ed attenti a rivolgerci domande circa l’infezione durante gli ambulatori di selezione per l’idoneità al prelievo di sangue.
Il West Nile Virus appartiene alla famiglia dei Flaviviridae e fu isolato per la prima volta nel 1937 nel distretto West Nile dell’Uganda, da cui prende il nome.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e principalmente le zanzare comuni di tipo culex, tramite punture; l’infezione può inoltre essere contratta con trapianti di organi, trasfusioni di sangue e, seppur raramente, trasmissione materno-fetale in gravidanza.
Dopo un’ incubazione che varia tra i 2 e i 14 giorni (21 per i soggetti immunodepressi), in circa 1 paziente su 5 contagiati si sviluppano i primi sintomi, tra cui febbre moderata, malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea. A questi possono seguire dolore oculare, mialgie, artralgie, rush cutanei, linfoadenopatie e, più raramente, sintomi gastrointestinali.
Nell’1 % circa di tutti i casi (sia sintomatici che asintomatici), in pazienti anziani e fragili, si manifesta interessamento del SNC e meningi, con insorgenza di encefaliti, meningiti e forme acute di paralisi flaccida.
Poiché sono proprio i soggetti immunodepressi e, più in generale, in contingenti precarie condizioni di salute i destinatari delle trasfusioni di sangue, sono state emanate dal Centro Nazionale Sangue, per tutta la stagione estivo-autunnale 2018, attraverso specifiche circolari, le disposizioni inerenti le misure di prevenzione della trasmissione trasfusionale del WNV : l’introduzione del test WNV NAT (ricerca RNA virale) da effettuare ai donatori durante il prelievo, quale alternativa alla sospensione di 28 giorni per avere soggiornato almeno una notte nelle aree endemiche.
Come prevenire un’infezione?
Per la prevenzione generale dell’infezione sono utili inoltre l’uso di repellenti, l’attività di disinfestazione del territorio, indossare maniche e pantaloni lunghi all’aperto soprattutto all’alba ed al tramonto, l’utilizzo di zanzariere, evitare il contatto con acque stagnanti, augurandosi che un maggior controllo e rispetto dell’ambiente in cui viviamo corrispondano ad un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie dello stesso e della nostra qualità di vita.
– Pea Dott.ssa Lara